lunedì 4 luglio 2016

Un'Italia straordinariamente normale


"Nessuno si ricorderà di questa nazionale". A parlare è un Andrea Barzagli inconsolabile, in lacrime davanti alle telecamere dopo l'eliminazione dall'Europeo di Francia. Non sarà così: questa nazionale di Conte verrà per sempre ricordata come una squadra di guerrieri, una squadra forse non bellissima da vedere, ma che ha sacrificato ogni singola energia che aveva in corpo sull'altare della causa azzurra.

Proprio queste qualità in questi giorni vengono esaltate un po' da tutti, dal Nord al Sud dello stivale. Gli azzurri hanno saputo esaltare una nazione intera anche senza fuoriclasse di primo livello (fatta eccezione per Buffon e Barzagli) puntando su caratteristiche solitamente proprie delle outsider. L'Italia ha saputo calarsi alla perfezione in quest'inedito ruolo di "piccola", di rivelazione del torneo, grazie a doti come grinta, aggressività e coesione di gruppo. In una parola, cuore. L'Italia ha esaltato gli italiani giocando con il cuore, dimostrando un attaccamento alla maglia cui i tifosi azzurri erano ormai disabituati dopo anni in cui la convocazione in nazionale veniva vista quasi come un fastidio da troppi calciatori. Il gruppo di Antonio Conte, invece, ha dimostrato di tenere davvero alla maglia azzurra: lo testimoniano le lacrime dei senatori dopo l'eliminazione, le sfrenate esultanze dopo ogni gol, che coinvolgevano tutti, ma proprio tutti, da Buffon fino al magazziniere, passando per l'ultima delle riserve.

A questa nazionale, insomma, tutto si può imputare, fuorchè la mancanza di impegno.

Elementi, questi elencati, che fanno ben sperare per il futuro: Conte ha saputo far rinascere l'entusiasmo attorno alla Nazionale, ha ridato ai giocatori la gioia e l'orgoglio di vestire la maglia azzurra, ha spinto ogni singolo giocatore sceso in campo a fornire il 100% e anche qualcosa in più, per la propria nazione.

La grinta, l'impegno e il cuore messi in campo dagli azzurri durante la spedizione francese sono il lato positivo della medaglia. Già, perchè approfondendo l'analisi emerge anche quello negativo, per certi versi sconfortante. Pensiamoci un attimo: di fronte ad una selezione azzurra tecnicamente povera, ci siamo ritrovati ad esaltarci e ad esaltare la grinta, la volontà dimostrata dai ragazzi di Conte. Abbiamo usato termini come "eccezionale", come "straordinario". Abbiamo accolto le "palle quadrate" degli azzurri (Bonucci docet) come un fattore fuori dalla norma. Ma quando si rappresenta la propria nazione, quando si veste la maglia azzurra, quando si è chiamati a difendere i colori della propria patria, impegno e dedizione alla causa dovrebbero essere requisiti da minimo sindacale, non elementi eccezionali. In generale, quando la normalità diventa straordinaria, non è mai buon segno.

Come detto prima, dopo anni di indolenza di stampo balotelliano, anni in cui la convocazione in azzurra era vissuta come un fastidioso inconveniente, rivedere ragazzi uscire dal campo con la maglia azzurra zuppa di sudore ha esaltato i nostri cuori di tifosi: ma questa deve diventare la regola, non l'eccezione. La convocazione in Nazionale dev'essere un orgoglio per i nostri calciatori, non un intralcio che costringe a rinviare le vacanze a Formentera piuttosto che ad Ibiza.


Conte e i suoi ragazzi hanno tracciato il solco, ora sta a Ventura proseguire il lavoro. La priorità per il calcio italiano è ritornare a sfornare fuoriclasse di livello internazionale, come accadeva fino a una decina d'anni fa, prima di un preoccupante impoverimento tecnico, ma la rinascita del nostro movimento passa anche da qui: le "palle quadrate" devono essere un requisito minimo per vestire la maglia azzurra, non una stupefacente eccezione.

[A.D.] http://liberopallone.blogspot.it/ - Riproduzione Riservata

foto nell'ordine www.wired.it, www.calcionews24.com, www.oasport.it

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