domenica 31 luglio 2016
Senza peli sulla lingua
Di peli sulla lingua, Rino Gattuso, non ne ha mai avuti. Non si è mai posto alcun problema, ha sempre detto ciò che pensava, ha sempre sbattuto in faccia a tutti la sua verità, anche quando fare silenzio sarebbe stata la soluzione più comoda e conveniente. Chinare la testa, incassare lo stipendio a fine mese e ingoiare il rospo sarebbe stata la soluzione più facile, oggi. Lo sarebbe stata per molti, ma non per lui. Non per Gennaro Ivan Gattuso. Perchè quando c'è di mezzo la sua dignità di uomo e professionista, Ringhio non scende a compromessi con nessuno.
Non scese a compromessi nell'estate del '97, quando era una giovane promessa del pallone italiano, quando Gaucci, presidente del Perugia, voleva impedirgli di spiccare il volo verso l'occasione della vita, verso i Rangers di Glasgow che lo aspettavano al di là della Manica. Rino non scese a compromessi: a 19 anni fece le valigie e scappò come un ladro, nella notte, verso la Scozia. C'era l'occasione della vita, non sarebbe bastato un presidente avido desideroso di monetizzare la sua cessione a impedirgli di prenderla al volo.
Senza scendere a compromessi, senza peli sulla lingua.
Non ne ha mai avuti, Rino. Non ne aveva nella primavera del 2006. Un problema muscolare rischiava di fargli saltare il Mondiale tedesco, lui, al Ct Marcello Lippi, disse più o meno così: "Mister, se non mi convochi mi lego al pullman e in Germania ci vengo lo stesso". E aveva ragione, Rino, che poi diventò una colonna dell'Italia che quel Mondiale, alla fine, lo vinse. Non ne aveva nel 2014, quando, da allenatore dell'Ofi Creta, si scagliò contro la stampa in una conferenza diventata celebre. Senza peli sulla lingua, sputò in faccia ai giornalisti tutto ciò che non gli andava giù, senza usare mezzi termini. Perchè quelli, a Rino, proprio non piacciono. Lui voleva resistere, a bordo di quella barca, l'Ofi Creta, che stava affondando tra mille difficoltà economiche: ci mise soldi suoi, Rino, pescò dalle sue tasche per coprire alcune spese, compresi gli stipendi dei calciatori.
Perchè Ringhio non ha peli sulla lingua, ma ha un cuore grande così.
Bastava guardarlo giocare, per capirlo. Quella maglia sempre zuppa di sudore, quella voglia di sradicare a tutti i costi dai piedi degli avversari, quella voglia di buttarsi in ogni contrasto, senza paura, anche contro marcantoni grossi due, tre volte, lui.
Non ha mai avuto paura di seguire il cuore, di dire quello che pensa, Ringhio.
E non ce l'ha avuta oggi, 31 luglio 2016, quando ha deciso di rassegnare le sue dimissioni da allenatore del Pisa. Dopo la promozione in serie B che lo ha fatto diventare eroe cittadino, dopo la sua miglior stagione da allenatore, Rino ha detto basta. Perchè lui segue il cuore, sì, ma è anche un professionista serio. E a Pisa le condizioni per lavorare con professionalità non c'erano più: una situazione societaria burrascosa, in cui non si capisce bene chi comandi, un futuro incerto, con la stessa iscrizione in serie B che fino a qualche giorno fa sembrava a rischio. Rino ha provato a resistere, a stringere i denti e continuare ad andare avanti in una società che ad oggi sembra non avere nè capo nè coda, ma alla fine ha dovuto cedere. Voleva resistere per i tifosi, per la città, per i suoi ragazzi. Oggi, però, si è arreso.
Si è arreso, ma come sempre, com'è nel suo stile, ha guardato tutti negli occhi e ha raccontato la sua verità. Non si è nascosto, Rino. Non lo ha mai fatto.
"In seguito ai nuovi, gravi, costanti e inaccettabili problemi della società. che mi impediscono una condizione lavorativa che sia seria e corretta, e per il rispetto che ho sempre portato e porterò alla città e al tifo, mi vedo obbligato a rassegnare le mie dimissioni irrevocabili dal mio ruolo di allenatore unitamente al mio staff. Ho appena comunicato la mia decisione alla squadra, la cui reazione mi ha emozionato"
Non ci ha girato intorno, Ringhio. Poche parole, ma chiarissime, inequivocabili. A Pisa non si può più lavorare, quindi tenetevi i soldi, tenetevi lo stipendio. Avrebbe potuto scegliere la via più semplice: chinare il capo, fare finta di niente e, a fine mese, incassare il suo stipendi: non sarebbe stato da lui.
Perchè Gattuso non è in vendita,
E se n'è andato nel suo stile: senza peli sulla lingua.
[A.D.] - liberopallone.blogspot.it - Riproduzione Riservata
foto www.mediagol.it
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