lunedì 7 agosto 2017

"El Chito non deve giocare"


Nell'immaginario collettivo, i Mondiali giocati in Messico nell'estate del 1970 sono quelli di Italia-Germania 4-3, o meglio “Italiagermaniaquattroatrè”, detto tutto d'un fiato. Sono i Mondiali del “partido del siglo”, la partita del secolo, della staffetta Mazzola-Rivera che divide l'Italia, ma non solo, ovviamente. C'è anche dell'altro, tanto altro. Sono i Mondiali del Brasile, che alza la Coppa Rimet al cielo per la terza volta e se la prende per sempre, sono gli ultimi Mondiali di Edson Arantes do Nascimento, gli ultimi Mondiali di Pelè. Ma sono anche i Mondiali di Gerd Muller, che con 10 reti si prende la palma di capocannoniere del torneo, sono i primi Mondiali trasmessi a colori dalle tv di mezzo mondo, sono i primi in cui i direttori di gara sventolano i cartellini, idea con la quale l'inglese Aston ha introdotto nel mondo del pallone un linguaggio non verbale universale, comprensibile a tutti. Ma se per caso vi ritrovaste a scambiare quattro chiacchiere con un peruviano, e se domandaste lui un pensiero su quei Mondiali, quelli giocati in Messico nell'estate del 1970, è probabile che la sua risposta sarebbe su per giù la seguente: “Una gran verguenza”. “Una gran vergogna”, sentenzierebbe questo ipotetico peruviano. Perchè questo è stato, per gli eredi dell'impero Inca, il Mondiale del 1970.