mercoledì 28 dicembre 2016

Vincere non è la sola cosa che conta


"Vincere non è importante, è la sola cosa che conta". Parole di Giampiero Boniperti, parole che non ho mai particolarmente apprezzato. Io tifo per il Torino, ma non è per questo motivo che il mio modo di intendere il calcio è lontano anni luce dalla mentalità espressa da quest'aforisma coniato da uno dei simboli della storia bianconera. No, non è per questo che questa frase non mi piace, non mi è mai piaciuta e, probabilmente, mai mi piacerà. Se non riesco a sentire mie queste parole e la filosofia che sta alle loro spalle è perchè riducendo tutto al mero obiettivo finale della vittoria mi sembrerebbe di fare un affronto al calcio, di insultare tutto ciò che mi ha fatto vivere in vent'anni d'amore, a tutte le emozioni che mi ha regalato. E no, le emozioni non sempre collimano con le vittorie. Anzi, se qualcosa riesce a toccare i tasti delle tue emozioni e farli vibrare senza avvalersi del brivido e del gusto di una vittoria, allora quel qualcosa è tremendamente, immensamente potente. No, nel calcio non conta solo la vittoria. Per fortuna non è così, e se devo scegliere una data in cui l'ho imparato, scelgo il 9 giugno 2010.

martedì 13 dicembre 2016

Mi manchi, amico Guerin


Avevo un amico, fino a qualche tempo fa. Un amico fedele, di quelli su cui puoi contare sempre. Era un amico di vecchia data, ci conoscemmo che ero un bambino, mi accompagnò durante la mia adolescenza e mi vide diventare un uomo. Era un amico di quelli che ti fanno sentire al sicuro. Sapevo sempre dove trovarlo, quando ne avevo bisogno, e lui sapeva sempre dirmi le parole giuste. Sapeva ciò che mi serviva, sapeva ciò che mi piaceva, e non mi tradiva mai. Poi, un giorno, è scomparso, e di lui non ho più avuto notizie. Ma io lo so, non è stata colpa sua. Io non gli porto rancore, perchè lo hanno rapito, lo hanno preso in ostaggio contro la sua volontà. Non so perchè, non so che cosa vogliano ottenere, queste persone che lo hanno portato via. So solamente che mi manca, mi manca terribilmente, quel mio caro, vecchio amico.

martedì 6 dicembre 2016

Sauro Tomà: morire dentro


La tragedia aerea che ha coinvolto i giocatori della Chapecoense ha riportato alla memoria di tutti gli appassionati di calcio italiani la più tristemente celebre tra le disgrazie del nostro pallone, quella del Grande Torino, di quella leggendaria epopea di una squadra straordinaria spentasi al crepuscolo del 4 maggio 1949, schiantatasi sul terrapieno sottostante la basilica di Superga di ritorno da un'amichevole con il Benfica a Lisbona. Tutti morti, i 18 giocatori del Torino a bordo dell'apparecchio Fiat G.212 della compagnia Ali. C'è anche, però, chi quel pomeriggio del 1949 morì dentro, pur rimanendo fisicamente in vita. E' Sauro Tomà, terzino di quel Grande Torino che non era partito per l'amichevole di Lisbona a causa di un infortunio al ginocchio. Un infortunio che l'allora giovane Sauro aveva maledetto, un infortunio che gli salvò la vita.

mercoledì 23 novembre 2016

"La stanza dei sogni" - Innamorarsi del calcio inglese


Robilante, piccolo centro della valle Vermenagna, alle porte di Cuneo, e Newham, quartiere dell'est di Londra. Due realtà all'apparenza diametralmente opposte, con poco o nulla in comune. E' proprio a Newham, però, che nel 1895 viene fondato il West Ham, squadra di calcio che oggi milita in Premier League. A Robilante, centinaia di chilometri più a sud, è attivo da qualche anno un gruppo di appassionati tifosi proprio del West Ham, membri di un sodalizio chiamato “Station 936”. Tra di loro c'è anche Giampiero Vola, che poco più di due anni fa ha deciso di mettere per scritto ciò che il West Ham, e il calcio in generale, hanno rappresentato per lui fin da quando era bambino. 

Innamorarsi di Ronaldinho in tre mosse


La corsa indiavolata e del tutto priva di logica di Gennaro Gattuso al minuto 119 della finale di Champions League del 2003, Milan-Juventus all'Old Trafford di Manchester. Se mi chiedessero di descrivere che cos'è secondo me il calcio servendomi di una sola immagine, sceglierei questa. Due ore di gioco in cui nessuna delle due squadre è riuscita a prevalere, ventun giocatori stremati attendono solo la fine dei supplementari per giocarsi la coppa ai rigori. Il ventiduesimo è Gennaro Gattuso, che ancora non si rassegna, e pressa, pressa come un tarantolato, in solitaria, sul giro palla dei bianconeri. Calzettoni abbassati, corpo ingobbito dalla fatica, gambe che iniziano a mulinare pescando energie da chissà dove. Per me, un'immagine emozionante, sintesi di volontà, grinta, determinazione. Per me il calcio è questo, spingersi oltre i propri limiti attraverso la fatica, nonostante la fatica, anche se il Signore non ti ha dato doti eccezionali, se non un cuore grande così. Da quest'introduzione potrete intuire qual è il genere di calciatore a cui più facilmente mi appassiono: ho sempre amato i gregari, i mastini, i "medianacci". Ma ogni regola ha un'eccezione, e la mia eccezione si chiama Ronaldo de Assis Moreira, nato a Porto Alegre il 21 marzo 1980.

mercoledì 16 novembre 2016

Invettiva contro il tifoso medio italiano


E così, un'altra finestra riservata alle nazionali è stata mandata agli archivi. Tra una sgroppata di Belotti, un disimpegno a testa alta di Romagnoli e un'uscita alta di Donnarumma, l'Italia si è resa conto che il futuro, in fondo, potrebbe non essere così nero come si pensava fino a qualche settimana fa. Certo, la strada verso i Mondiali di Russia è ancora lunga e disseminata di ostacoli, ma la vittoria in Liechtenstein e la bella prova contro i campioni del mondo tedeschi hanno detto che in campo, per il pallone azzurro, ci sono evidenti progressi. Peccato, invece, che al di fuori del rettangolo di gioco la situazione non accenni a migliorare. Al contrario: la discesa culturale verso un “tifo” fatto solo di insulti ed inciviltà assortite sembra ormai irreversibile.

martedì 15 novembre 2016

Quando il West Ham mise in fila le grandi


E' il 1872. L'Italia è un paese unito da poco più di dieci anni, negli Stati Uniti viene inaugurato il parco di Yellowstone, il 15 ottobre Giuseppe Perucchetti fonda il corpo degli Alpini. Il mondo così come noi lo conosciamo oggi è ancora lontano, ma in Inghilterra, grazie ad alcuni pionieri che ogni appassionato di calcio, oggi, dovrebbe infinitamente ringraziare, la storia si mette in moto: si gioca la prima edizione della Fa Cup, E' la più antica competizione calcistica al mondo che ancora si disputi regolarmente. Inizialmente riservata ai dilettanti, dieci anni più tardi, nel 1882, aperta anche ai professionisti, la Fa Cup porta con sè storie incredibili, un carico di fascino senza eguali, un alone di leggenda che nessun altro torneo di calcio può vantare. Storie incredibili determinate anche dal fatto che la Fa Cup, fin dal primo turno, vede scontri diretti a sorteggio integrale senza teste di serie: l'ultima squadra dell'ultimo livello del calcio inglese, insomma, può ritrovarsi ad affrontare i campioni d'Inghilterra. Sistema, questo, che ha regalato nel corso dei decenni storie fantastiche. Storie che il sistema della nostra Coppa Italia ci nega e continuerà a negarci, storie come quella del West Ham, che nella stagione 1979-1980, dalla seconda serie, mise in fila le grandi del calcio inglese e andò a prendersi la Fa Cup.

venerdì 14 ottobre 2016

Ode a Football Manager

Seduto al computer, in camera mia. Il monitor, la tastiera, tanti, troppi pezzi da scrivere, il tempo che stringe, tutto il mondo fuori. Un mondo pazzo: nevica ad ottobre, non succedeva da anni, dal cielo scende ghiaccio, il freddo punge all'improvviso. Tempo da lupi. Di fianco a me la mia libreria: libri e manuali che mi hanno cresciuto e mi hanno condotto fin qui. E i videogiochi, i miei vidoegiochi, compagni fedeli di un'adolescenza non molto lontana. E Football Manager. Lo cito da solo, perchè Football Manager non è un semplice videogioco.

sabato 8 ottobre 2016

Ventura, Pellè e il tribunale del web

Premessa: Graziano Pellè ha sbagliato. Ha sbagliato ad ignorare la mano di Ventura dopo la sostituzione, ha commesso una grave mancanza di rispetto verso il suo allenatore, verso i suoi compagni, verso i tifosi. Su questo non ci piove. Ha sbagliato ed è giusto che paghi le conseguenze del suo comportamento: l'esclusione dai convocati per la gara contro la Macedonia è a mio parere una "pena" giusta, condivisibile e comprensibile da parte di un allenatore e di uno staff che devono far rispettare delle basilari regole di rispetto. Però...però c'è un però.

venerdì 7 ottobre 2016

Il peccato e la vergogna


Ieri sera, 6 ottobre 2016, l'Italia ospitava la Spagna per la seconda gara di qualificazione ai Mondiali che si disputeranno in Russia nel 2018. Lo faceva accogliendo le Furie Rosse in uno dei pochi gioielli dell'impiantistica sportiva italiana, lo Juventus Stadium, dando agli spagnoli l'occasione di prendersi la rivincita dopo gli ottavi di finale dell'Europeo francese vinti dagli azzurri appena cento giorni fa. Si sfidavano due squadre ai primi passi di una nuova era, guidate da Ct nuovi come Ventura e Lopetegui, in campo scendevano fior di campioni: da Iniesta a Buffon, da Piquè a Barzagli, passando per Bonucci e Silva. Insomma, c'erano i presupposti per una splendida serata di sport. Poteva essere un bello spot per il calcio. E invece non lo è stato.

martedì 4 ottobre 2016

Quando Ronaldo mi diede il benvenuto

 La storia d'amore tra me e il pallone ha una data d'inizio ben precisa. E' una di quelle storie cominciate con un colpo di fulmine, di quelli che nel giro di pochi istanti ti stravolgono completamente la vita. Quella data, quello spartiacque, è il 29 giugno del 2000: Italia-Olanda, semifinale dell'Europeo, per gli azzurri vittoria ai rigori dopo 120 minuti di sofferenza pura. Quel giorno mi innamorai del pallone e di tutto ciò che lo riguardava anche solamente di striscio. Per sentirmi davvero parte di quel meraviglioso mondo, però, dovetti aspettare ancora più di un anno. Un anno in cui mi limitai a fare da spettatore, uno spettatore tra i più interessati, certo, ma senza sentirmi mai direttamente coinvolto in qualcosa che mi affascinava terribilmente e che da un momento all'altro aveva preso a monopolizzare i miei pensieri. Ma dopo un po' di paziente attesa arrivò anche quel momento. Era il 23 settembre del 2001 e anch'io, finalmente, presi parte a quel mistico rito domenicale che era la Serie A, anch'io diventai parte attiva nel magico mondo del pallone. E il benvenuto me lo diede il più grande, Luiz Nazario de Lima detto Ronaldo. O almeno, a me piace pensare che sia così.

mercoledì 14 settembre 2016

Quando Francesco smetterà


Per chi è nato tra la fine degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, Francesco Totti è un punto fermo. Perchè se la maglia numero 10, nella gran parte delle grandi squadre europee, è passata negli ultimi vent'anni di spalla in spalla, vestita da decine di giocatori diversi, alla Roma è andata diversamente. La maglia numero 10 della Roma, negli ultimi vent'anni, ha avuto un solo, incontrastato proprietario. Ed ecco perchè Francesco Totti, per la mia generazione, è un punto fermo. Come il caffè caldo la mattina, come il calcetto del venerdì sera, come la birra del sabato con gli amici. Per noi, lui c'è sempre stato. Nello stesso posto, con la stessa maglia, rimanendo uguale a sè stesso mentre tutto, intorno a lui, è cambiato vorticosamente e ripetutamente.

venerdì 2 settembre 2016

Pazienza, Giampiero


Due giorni di ritiro, un paio di allenamenti, giusto il tempo di conoscere i suoi nuovi giocatori, poi la sconfitta contro una squadra, la Francia, nettamente superiore dal punto di vista tecnico, ed ecco che Giampiero Ventura è già finito nel folle tritacarne della critica italiana.

lunedì 29 agosto 2016

Andrea Belotti: testa, cuore, gambe


Se dovessimo idealmente e grossolanamente dividere i calciatori per categorie, ne individueremmo principalmente due. Ci sono quelli nati con il "dono", quelli cui madre natura ha concesso la fortuna di doti innate racchiuse nei piedi (o, a volte, anche solo in uno dei due). I predestinati, insomma, quelli che nella vita non potrebbero fare altro che i calciatori. E poi ci sono quelli che invece, per arrivare a fare questo mestiere dei sogni, hanno dovuto sudare, fare sacrifici, lavorare, lavorare e ancora lavorare. I primi sono nati con destino già scritto, i secondi, invece, hanno dovuto costruirselo giorno dopo giorno. Andrea Belotti, senza dubbio, appartiene alla seconda delle categorie che abbiamo delineato.

sabato 27 agosto 2016

La sfortuna di essere De Rossi


E così, Daniele De Rossi ne ha combinata un'altra delle sue. Un'altra espulsione, la quattordicesima in carriera, un'altra follia, un altro fiume di polemiche. E questa volta, Daniele l'ha fatta proprio grossa. Già, perchè senza quell'espulsione, senza quella folle entrata a ottanta metri dalla sua porta, senza quel piede a martello, la Roma, la sua Roma, quella sera avrebbe avuto qualche chance di raddrizzare la partita contro il Porto e staccare il passa che valeva la Champions League. Senza quello che quella sera era il suo capitano, invece, la Roma s'è sciolta come neve sotto il sole.

venerdì 19 agosto 2016

Serie A al via: la nostra griglia di partenza


Siccome domani comincia la serie A, siccome noi di Libero Pallone, come la gran parte degli italiani, aspettiamo questo giorno come fosse un secondo Natale, siccome noi italiani, si sa, siamo un popolo di allenatori e fini intenditori di pallone (almeno fin quando il campo non ci dimostra il contrario) proviamo a dire la nostra sul torneo che sta per iniziare. Il mercato ancora non è finito, molte squadre potrebbero ancora cambiare fisionomia, da qui al 31 agosto, ma proviamo ugualmente a fare qualche previsione su questa serie A 2016-2017 e a stilare la nostra personale griglia di partenza, con il rischio inevitabile di tornarci su a maggio e scoprire che di calcio, no, non ne capiamo proprio nulla.

venerdì 12 agosto 2016

Torna a casa, Antonio!


"Certi amori non finiscono, fanno giri immensi, e poi ritornano"

Era il 1991 quando Antonello Venditti, con "Amici Mai", imprimeva queste parole a fuoco nella storia della musica italiana. Nel 1991 Antonio Cassano è solamente un bambino di 9 anni, e probabilmente trascorre la gran parte delle sue giornate in strada, tra i vicoli di Bari Vecchia, a dare spettacolo con quel pallone sempre incollato al piede destro. Otto anni dopo, in una sera di dicembre del 1999, quella del 18, il talento di Antonio Cassano si rivelerà al mondo intero con un gol tra i più belli della storia della serie A. Si gioca Bari-Inter, mancano una manciata di minuti alla fine e il punteggio è fermo sull'1-1: lancio dalle retrovie di Perrotta, controllo volante fantascientifico, dribbling a eludere Blanc e Panucci e destro sul primo palo a freddare Ferron. Il mondo si accorge di Cassano, il talentino della città vecchia si carica sulle spalle il Bari e batte l'Inter. Ora quell'amore, quello tra Bari e Cassano, quello che nel frattempo ha fatto un giro immenso, ora potrebbe ritornare. E sarebbe una delle favole più belle della storia del calcio recente.

mercoledì 10 agosto 2016

Quando Gazza era "solo" un grande campione


Paul Gascoigne è uno di quei calciatori, anzi uno di quegli uomini, che non hanno mai smesso di far parlare di sè. Oggi, però, Gascoigne è conosciuto dal grande pubblico più per le sue disavventure fuori dal campo: l'alcolismo, la depressione, le continue ricadute. Il Gascoigne di oggi è un uomo che sembra irrimediabilmente avviato verso il baratro, un baratro senza fine, triste e buio. Un destino che sta facendo dimenticare un po' a tutti quel che Paul Gascoigne è stato da calciatore. Perchè Gazza è stato prima di tutto un grande, grandissimo calciatore. Ed è proprio del favoloso giocatore che Gascoigne è stato che vogliamo parlare: perchè troppo spesso le sue disavventure di uomo hanno oscurato le sue meraviglie di calciatore.

martedì 9 agosto 2016

Quel giorno in cui un angelo vinse il derby di Torino


Non ci volevano credere, i tifosi del Torino, quando la sera del 15 ottobre 1967 la notizia iniziò diffondersi in città. Non poteva essere vero, il destino non poteva essere così tremendamente crudele. In tanti pensarono ad uno scherzo. Uno scherzo di cattivissimo gusto, ma pur sempre frutto della fantasia di qualche buontempone. E invece no. Era tutto vero. A meno di vent'anni dall'ultima straziante tragedia, quella che sulla collina di Superga si era portata via un'intera squadra, il mondo del Toro veniva sconvolto da un'altra disgrazia. Era vero, Gigi Meroni era morto. Gigi Meroni non c'era più. Non ci potevano credere, non ci volevano credere, i tifosi, ma era tutto vero. Quei tifosi che una settimana più tardi, al Comunale, avrebbero assistito ad una delle pagine più incredibili, surreali e leggendarie della storia granata.

venerdì 5 agosto 2016

L'undici del mio cuore


Questi che troverete di seguito non sono i giocatori più grandi della storia del calcio, nè i più vincenti. E nemmeno quelli più forti che io abbia avuto la fortuna di ammirare. Questi sono semplicemente gli undici giocatori che più di tutti gli altri mi hanno preso il cuore: questa è la formazione ideale del mio cuore. Una formazione a tinte granata, ma che volete, al cuor non si comanda, no?

mercoledì 3 agosto 2016

"Quella sera ero il Re di Torino"


Mi chiamo Andrè Luciano Da Silva, sono nato a Fortaleza, nella regione brasiliana del Nordeste, 35 anni fa. Sono uno dei tanti ragazzi del mio paese che hanno dedicato l'intera vita al pallone, sono uno dei tanti ragazzi del mio paese che ad un certo punto della propria esistenza hanno sorvolato l'Atlantico cercando una vita migliore in Europa, sempre con una sfera di cuoio tra i piedi. Sono uno dei tanti, ma una sera di giugno del 2005 diventai il Re di Torino.

lunedì 1 agosto 2016

Chi siamo


Le pagine Facebook a tema calcistico, negli ultimi anni, hanno vissuto un vero e proprio boom. Ci sono pagine che parlano di calcio in chiave satirica, altre che lo fanno in chiave nostalgica, altre ancora che si pongono l'obiettivo di raccontare determinati aspetti e determinate epoche della storia del pallone: insomma, ce n'è davvero per tutti i gusti,

domenica 31 luglio 2016

Senza peli sulla lingua


Di peli sulla lingua, Rino Gattuso, non ne ha mai avuti. Non si è mai posto alcun problema, ha sempre detto ciò che pensava, ha sempre sbattuto in faccia a tutti la sua verità, anche quando fare silenzio sarebbe stata la soluzione più comoda e conveniente. Chinare la testa, incassare lo stipendio a fine mese e ingoiare il rospo sarebbe stata la soluzione più facile, oggi. Lo sarebbe stata per molti, ma non per lui. Non per Gennaro Ivan Gattuso. Perchè quando c'è di mezzo la sua dignità di uomo e professionista, Ringhio non scende a compromessi con nessuno.

"Smettere? No, grazie!"


Le formazioni italiane e non solo scaldano i motori in vista della stagione che sta per iniziare: c'è chi resta in città, chi cerca il fresco in montagna, chi lascia il Vecchio Continente per tournèe più o meno milionarie. E poi c'è un'altra squadra, che in realtà squadra vera e propria non è, che dal 18 agosto si sta allenando a Coverciano, in un ritiro che si concluderà il 5 agosto. Si tratta degli svincolati, cui l'Aic, l'Associazione Italiana Calciatori, ha dato come ogni anno la possibilità di svolgere una preparazione precampionato in attesa di trovare "sistemazione". Tra di loro onesti mestieranti della Lega Pro, "ragazzi" vicini ai 40 che si preparano ad una carriera da allenatore (i partecipanti al ritiro hanno infatti la possibilità di frequentare nel frattempo il corso per l'ottenimento del patentino Uefa B), e poi ci sono "vecchietti" dal passato importante, uomini che hanno segnato il nostro calcio vivendo stagioni da protagonisti, che non ne vogliono sapere di appendere le scarpette al proverbiale chiodo e continuano ad allenarsi in attesa dell'offerta giusta.

sabato 30 luglio 2016

Un giorno a Stamford Bridge - "Traditore per un giorno"


Il calcio è una religione, ed ogni religione che si rispetti ha i suoi templi. Per i devoti del pallone questi templi si chiamano stadi e possono entrare nella leggenda tanto quanto i calciatori stessi o quanto le squadre che hanno segnato le epoche di questo meraviglioso sport. Chi, tra gli appassionati di calcio, non ha mai sognato di scendere in campo in uno stadio vero, con una divisa vera, con tanto di nome e numero stampati sulla schiena? Pochi, però, hanno avuto la possibilità di tramutare questo sogno in realtà e diventare protagonisti in uno dei templi del pallone disseminati in giro per il pianeta, anche solo per un giorno. Uno di questi fortunati si chiama Vincenzo Felici, pesarese di nascita, ha 45 anni, di mestiere fa il farmacista e vive ad Ancona. Lui una giornata da calciatore l'ha vissuta per davvero, facendo oltretutto del bene, il che, chiaramente, non guasta. La sua avventura, Vincenzo l'ha raccontata in un libro.

L'altro Cinque Maggio


Dici Lazio. Dici Inter, Dici 4-2 per i biancocelesti. Dici "scudetto perso all'ultima giornata". Per i tifosi nerazzurri son dolori, i ricordi vanno immediatamente al pomeriggio del 5 maggio 2002, una delle pagine più nere nella storia del Biscione, un dramma sportivo vero e proprio. Un titolo che sembrava già conquistato, gli ultimi novanta minuti da giocare in casa di una Lazio senza più pretese. Poi i disastri di Gresko, i gol di Poborsky, le lacrime di Ronaldo, quel tricolore che sfugge dalle mani nerazzurre e prende la via di Torino, sponda bianconera. L'epilogo più incredibile della storia della serie A a girone unico. Non c'è calciofilo italiano che non conosca la storia di quel 5 maggio. Forse però non tutti sanno che quel Lazio-Inter ha un precedente datato 1935, un precedente che per i nerazzurri, col senno di poi, suona beffardamente e tragicamente curioso.

martedì 26 luglio 2016

Angel Bossio, La Maravilla Elastica


Se c'è una cosa in cui i sudamericani, e gli argentini in particolare, sono i migliori al mondo in assoluto, è individuare meravigliosi soprannomi per i calciatori. Soprannomi fantasiosi e il più delle volte azzeccatissimi, eloquenti, che in poche parole descrivono alla perfezione i personaggi a cui vengono affibbiati. Un esempio fantastico è quello di Angel Bossio, portiere protagonista tra gli anni '20 e gli anni '30 con le casacche del Talleres, del River Plate e della nazionale albiceleste. "La Maravilla Elastica", lo chiamavano, e questo fa immediatamente capire che stiamo parlando di un grandissimo portiere.

venerdì 22 luglio 2016

Matto da legare: Gianfranco Zigoni



Di pazzi, di personaggi votati agli eccessi, fuori dagli schemi, la storia del calcio ne ha visti passare, in più di un secolo, davvero tanti. Potremmo fare un elenco infinito di giocatori, allenatori o dirigenti che rispondano a questa descrizione. Se idealmente ci mettessimo a compilarlo, questo immaginario elenco, uno dei primi nomi ad uscire dalla penna sarebbe senza alcuna ombra di dubbio quello di Gianfranco Zigoni. Lui sì, lui era davvero matto da legare.

lunedì 18 luglio 2016

Hector Castro, uno schiaffo al destino



Ci sono calciatori che paiono predestinati. Uomini a cui il destino ha riservato autostrade a quattro corsie verso una carriera e una vita da star. Hector Castro non fa parte di questa cerchia di eletti. A Hector Castro, il destino ha messo un ostacolo di quelli monumentali, di quelli che avrebbero indotto a desistere anche i più tenaci. Hector Castro però non si è fermato, e ha conquistato la vetta, arrivando fin lassù, più in alto di tutti, sul tetto del mondo.

venerdì 15 luglio 2016

La battaglia di Montevideo



Sono tante le partite entrate di diritto, per un motivo o per l'altro, nella storia del pallone. Quando una gara mette in palio un titolo, la strada verso la leggenda è breve. Se si tratta di una finale mondiale, allora parliamo davvero di pochi passi. La finale dei Mondiali è senza dubbio la Partita per eccellenza, la gara che come un orologio scandisce ogni quattro anni il tempo che passa nella storia del calcio, nonchè nelle vite di ogni appassionato. Quasi ogni finale dei mondiali, quindi, si porta con sè storie e aneddoti entrati nel mito: dal "Maracanazo" del 1950 (anche se quella non fu, ad onor del vero, una vera finale) all'urlo di Tardelli nell'82, dai misteriosi malori di Ronaldo prima della finale di Francia '98 alla testata di Zidane a Materazzi nel 2006. C'è una finale dei Mondiali, meno conosciuta di quelle citate, che porta con sè un bagaglio di storie davvero impressionante: storie che si mescolano con le leggende di un tempo lontano. Già. perchè quella di cui stiamo parlando è la prima finale della storia dei campionati mondiali di calcio, risale al 1930, la notte dei tempi, ormai. Questa finale è Argentina-Uruguay, la battaglia di Montevideo.

martedì 12 luglio 2016

Euro 2016, la vera Top 11


Ieri abbiamo constatato che la nostra Top 11 dell'Europeo, stilata prima dell'inizio del torneo, è stata un mezzo flop. Se fare previsioni, in generale ma soprattutto nel calcio, è esercizio di enorme difficoltà, più semplice risulta dare i voti a bocce ferme. Ecco quindi il nostro Dream Team della rassegna continentale, la nostra "formazione ideale" di questo mese di calcio in terra transalpina.

lunedì 11 luglio 2016

La nostra Top 11? Rimandata


E' passato ormai un mese: era il 12 giugno quando avevamo stilato la nostra Top 11 dell'Europeo, una formazione allestita mettendo insieme quelle che secondo noi sarebbero state le stelle più splendenti della rassegna continentale. "Sarà questo mese di grande calcio in terra francese a dare un giudizio alle nostre scelte": avevamo concluso così il pezzo. Ora l'Europeo è finito, la vittoria del sorprendente Portogallo ha messo fine a questo mese di calcio. Ora è tempo di darli, quei giudizi: vediamo quanti dei campioni che avevamo pronosticato come protagonisti assoluti dell'Europeo hanno effettivamente rispettato le attese.

mercoledì 6 luglio 2016

Europeo Libero - Puntata 6 - Il pagellone azzurro


Quando una competizione finisce scatta automaticamente il tempo dei bilanci, dei giudizi. Competizione, l'Europeo, che per l'Italia si è conclusa ai rigori contro la corazzata teutonica. Qual è il bilancio della campagna continentale per gli azzurri? Abbiamo provato a delinearlo analizzando le prestazioni di ogni singolo giocatore agli ordini di Conte: lo hanno fatto tutti i principali siti e portali sportivi italiani, ci proviamo anche noi, in una sorta di esercizio di presunzione. Ecco il nostro pagellone dell'Europeo.

martedì 5 luglio 2016

L'altro Meazza: il nostro primo Ct


L'era Conte si è appena conclusa, per la nazionale azzurra sta per iniziare la gestione Ventura. Il pugliese è stato il ventiquattresimo Ct della nazionale italiana, il genovese sarà il venticinquesimo. Questa, però, è storia recente, recentissima. Quella che trovate qui di seguito, invece, è una storia che viene dal passato, da un'epoca in cui il pallone aveva preso a rotolare sui campi italiani solamente da pochi anni. Quella che state per leggere è la storia di Umberto Meazza, il primo Ct della storia della nazionale italiana di calcio.

lunedì 4 luglio 2016

Un'Italia straordinariamente normale


"Nessuno si ricorderà di questa nazionale". A parlare è un Andrea Barzagli inconsolabile, in lacrime davanti alle telecamere dopo l'eliminazione dall'Europeo di Francia. Non sarà così: questa nazionale di Conte verrà per sempre ricordata come una squadra di guerrieri, una squadra forse non bellissima da vedere, ma che ha sacrificato ogni singola energia che aveva in corpo sull'altare della causa azzurra.

domenica 3 luglio 2016

Salto nel futuro: Euro 2020


L'Europeo dell'Italia è appena finito, l'eliminazione patita contro i tedeschi, nostri rivali storici, ancora brucia. L'unico modo per smaltire la delusione è guardare avanti, pensare al futuro, lasciarsi alle spalle il passato e badare a ciò che verrà. L'Italia scesa in campo in Francia era la formazione con l'età media più alta di tutto il torneo: molti dei nostri giocatori intravedono il capolinea delle loro carriere. Necessario quindi individuare i giovani da cui ripartire, fondamentale trovare i Barzagli, i Buffon, i De Rossi del domani. Se per i Mondiali del 2018 in Russia molti dei nostri baluardi odierni potrebbero ancora vestire la maglia azzurra, molti cambiamenti in più sono ipotizzabili per quanto riguarda l'edizione 2020 degli Europei: un'Europeo che per la prima volta sarà itinerante e si giocherà in 13 città di 13 nazioni diverse. Abbiamo provato ad ipotizzare quali potrebbero essere i 23 calciatori che difenderanno i nostri colori tra quattro anni.

Europeo Libero - Puntata 5 - Di più non si poteva


Di più non si poteva fare. L'Italia saluta l'Europeo e la sensazione che rimane è proprio questa: gli azzurri hanno fatto il massimo, Conte ha saputo tirare fuori il massimo, e forse anche qualcosa in più, dai giocatori che aveva a disposizione. Certo, perdere ai rigori fa male, è forse la peggior via immaginabile per essere eliminati. Ma contro la Germania, contro questa Germania, era davvero troppo dura.

sabato 2 luglio 2016

Mi hai deluso, Kamil, ma ti ringrazio


Giovedì sera, con la maglia della Polonia, contro il Portogallo di CR7, in campo c'era anche Kamil Glik. Kamil Glik, il capitano del Toro negli ultimi tre anni, che ora si trasformerà in ex capitano. Questa è la lettera di addio di un tifoso granata.

martedì 28 giugno 2016

Denis Law, un Pallone d'Oro dimenticato


Quello italiano è stato considerato per anni il campionato più bello del mondo. Ci sono stati anni in cui lo stivale è stato meta preferita di tutte le stelle più lucenti del firmamento del pallone: anni in cui campionissimi come Zico e Leo Junior sbarcavano nel nostro paese e dovevano "accontentarsi" di giocare con Udinese e Torino, formazioni che di certo non lottavano nei piani alti nella nostra serie A. Tanti i Palloni d'Oro che hanno calcato i campi del nostro torneo: ben ventitrè quelli che abbiamo potuto ammirare, da Luisito Suàrez, premiato nel 1960, a Ricardo Kakà, che alzato il trofeo nel 2008 facendo da preludio all'egemonia Messi-Cristiano Ronaldo. Non tutti questi grandi campioni, però, sono ricordati allo stesso modo dai calciofili italiani: se i vari Platini, Van Basten, Baggio e Ronaldo sono indimenticabili, c'è un altro Pallone d'Oro che ha calcato i nostri campi passando quasi inosservato, offrendo il meglio di sè solo al di fuori dei confini italiani. Questo Pallone d'Oro "dimenticato è Denis Law, scozzese premiato nel 1964.

Italiagermaniaquattroatrè


E così, sarà di nuovo Italia-Germania. Una sfida che racchiude in sè la storia del calcio, una rivalità accesa ed eterna dalla quale noi azzurri siamo spesso e volentieri usciti vincitori, quasi sempre abbattendo i pronostici della vigilia. Una rivalità che toccò il proprio apice nella semifinale dei Mondiali giocati in Messico nel 1970: italiagermaniaquattroatre. Così, detta e scritta tutta d'un fiato. La partita del secolo, l'hanno definita. Una gara epica, quella giocata all'Azteca di Città del Messico il 17 giugno del 1970, una gara che racchiude l'essenza della rivalità tra Italia e Germania. Scaltrezza contro strapotere fisico, il catenaccio italiano contro la potenza offensiva teutonica, una battaglia infinita ed eterna: ancora oggi la targa commemorativa posta fuori dallo stadio Azteca ricorda quel leggandario italiagermaniaquattroatre.

lunedì 27 giugno 2016

Europeo Libero - Puntata 4 - Di nuovo sull'ottovolante


L'esordio con il Belgio aveva esaltato (forse troppo) i tifosi azzurri. La risicata vittoria sulla Svezia e la grigia sconfitta contro l'Irlanda, poi, li aveva riportati sulla terra. Oggi chi tifa Italia è nuovamente al settimo cielo. Perchè oggi l'Italia ha battuto la Spagna, oggi l'Italia ha sovvertito i pronostici. Oggi l'Italia è ai quarti di finale dell'Europeo. E allora tutti sopra, tutti sull'ottovolante azzurro guidato da mister Conte.

mercoledì 22 giugno 2016

Europeo Libero - Puntata 3 - Troppo brutti per essere veri


Storicamente, l'Italia del pallone non è mai andata troppo d'accordo con le amichevoli. Si pensava, si sperava che il "martello" Conte potesse riuscire ad invertire questa rotta, a tirare fuori il massimo dalla sua truppa anche in gare all'apparenza prive di obiettivi stimolanti. E invece no, le amichevoli continuano a rimanere indigeste per la nostra nazionale.

martedì 21 giugno 2016

Cronaca di un pomeriggio anormale


Nel meraviglioso libro della storia del calcio ci sono uomini che hanno messo la loro firma su interi capitoli, giocatori che hanno invece scritto solamente alcuna pagina, ed altri, quasi dimenticati, un po' più in disparte, che si sono limitati a vergare solamente alcune righe. Poche parole, scritte in fretta, prima di lasciare spazio ai grandi interpreti di questo sport, quelli che abitualmente si prendono la ribalta del palcoscenico. Tra questi giocatori c'è Matteo Serafini, un attaccante che, nella sconfinata galassia pallonara, non è che una piccola meteora: una meteora che però ha saputo lasciare una scia straordinariamente luminosa.

lunedì 20 giugno 2016

Gianni Comandini, tra sogno e incubo


Diventare un calciatore di successo è il sogno tanti, tantissimi bambini e ragazzi. Un sogno che fa rima con fama, denaro a palate, con una vita nababbo. Una vita da sogno, appunto. Il successo può farti toccare il cielo con un dito, ma può anche pesare come un macigno poggiato sulle tue spalle: la pressione e le aspettative che derivano da quel successo possono anche piegarti e, talvolta, spezzarti la schiena. E' quel che è successo a Gianni Comandini. Perchè il sogno di diventare un calciatore di successo era il sogno di tutti, ma non il suo.

venerdì 17 giugno 2016

Europeo Libero - Puntata 2 - Basta la Bbc. Per ora...


Un venerdì 17 che porta bene all'Italia di Conte: gli azzurri, tutt'altro che brillanti, battono la Svezia con il minimo sforzo e strappano con una giornata d'anticipo il pass per gli ottavi di finale di Euro 2016. Un successo, quello firmato da Eder. che regala sì il passaggio del turno, ma riporta tutti sulla terra dopo l'esagerata esaltazione post-Belgio.

giovedì 16 giugno 2016

Elogio del catenaccio


Il calcio è un gioco molto semplice: ventidue giocatori, undici per squadra, una porta, un pallone. Chi fa un gol in più dell'avversario vince. Punto. Fine della storia. Da lì non si scappa. Certo, in oltre un secolo di calcio questo sport ha subìto una miriade di trasformazioni, tantissime evoluzioni di varia natura, da quella tecnica a quella tattica, che hanno profondamente cambiato la fisionomia del gioco più bello del mondo. Ma la sostanza, in fondo, è sempre quella lì: vince chi butta in porta un pallone in più degli avversari.

Spezia, lo scudetto che non c'è


Da quando il pallone ha iniziato a rotolare sul suolo italiano fino ad oggi, gli scudetti ufficialmente assegnati sono stati 112. Ognuno con una propria storia: scudetti vinti dopo entusiasmanti rimonte, scudetti vinti a sorpresa, scudetti revocati, e chi più ne ha più ne metta. Tra questi 112 scudetti, però, non figura quello conquistato nel luglio del 1944 dai Vigili del Fuoco di La Spezia: una delle storie più incredibili e discusse del nostro calcio.

martedì 14 giugno 2016

Cattive abitudini


La vittoria sul Belgio ha messo in mostra tutti i pregi dell'Italia di Conte: solidità difensiva, organizzazione tattica, grinta. Allo stesso tempo, però, il 2-0 rifilato dagli azzurri agli uomini di Wilmots ha smascherato tutti i difetti del tifoso medio italiano, esplosi fragorosamente subito dopo il triplice fischio di Clattenburg a Lione.

Europeo Libero - puntata 1 - Da "bidoni" a "operai"


Abbiamo sofferto, ma era prevedibile. Sono emersi i nostri limiti a centrocampo, oltre che quelli qualitativi, ma sapevamo anche questo. Per contro, il mondo ha ammirato un'organizzazione tattica, difensiva e non solo, invidiabile, di primo livello. Italia-Belgio è stata tutta qui: l'organizzazione e la volontà, stasera, hanno avuto la meglio sui muscoli e sul talento.

lunedì 13 giugno 2016

La grinta non si compra


A Foggia, la sera del 12 giugno 2016, finisce 1-1 tra i satanelli e il Pisa. In campo e sugli spalti dello "Zaccheria" succede di tutto, ma il verdetto è uno solo: il Pisa è promosso in serie B. Il simbolo del trionfo toscano è il mister, Gennaro Ivan Gattuso da Corigliano Calabro. Non staremo qui a raccontarvi la sua storia, la sua vita, la sua carriera. "Ringhio" non è di certo uno che ha bisogno di presentazioni: è uno degli eroi del 2006, con il Milan ha vinto tutto, ma proprio tutto, di lui si sa tutto o quasi. Questa è la storia di come Gennaro Ivan Gattuso da Corigliano Calabro mi ha insegnato che cos'è la grinta.