mercoledì 6 luglio 2016

Europeo Libero - Puntata 6 - Il pagellone azzurro


Quando una competizione finisce scatta automaticamente il tempo dei bilanci, dei giudizi. Competizione, l'Europeo, che per l'Italia si è conclusa ai rigori contro la corazzata teutonica. Qual è il bilancio della campagna continentale per gli azzurri? Abbiamo provato a delinearlo analizzando le prestazioni di ogni singolo giocatore agli ordini di Conte: lo hanno fatto tutti i principali siti e portali sportivi italiani, ci proviamo anche noi, in una sorta di esercizio di presunzione. Ecco il nostro pagellone dell'Europeo.



PORTIERI

BUFFON - 8

Semplicemente il miglior interprete del ruolo nella storia di questo sport, per longevità e continuità. Ogni anno ci si aspetta il suo declino, ogni anno Gigi stupisce. Anche se definirlo "sorprendente" è quasi blasfemo. Europeo su livelli altissimi il suo: le parate su Piquè negli ottavi di finale e sul quasi autogol di Chiellini ai quarti tolgono il fiato. Una piccola sbavatura sul rigore di Hector, altrimenti sarebbe stato da 10 e lode.

SIRIGU - 5.5

Conte gli dà una chance contro l'Irlanda, ma i suoi compagni, arrendevoli e tremebondi, non lo aiutano lasciando più di un varco agli indemoniati avversari. Qualche bella parata, ma alla fine risulta decisiva l'indecisione sul gol di Brady.

MARCHETTI s.v.

DIFENSORI

BARZAGLI 8

Monumentale, insuperabile, granitico. Gli aggettivi si sprecano per il centralone della Juventus: il calcio italiano, durante la sua esperienza al Wolfsburg, lo aveva quasi dimenticato, i bianconeri lo hanno rispolverato consegnandoci uno dei cinque (tre?) difensori centrali più forti del pianeta. Lo conferma questo Europeo, dove ha letteralmente annullato signori come Lukaku, Ibrahimovic e Morata. Da clonare.

BONUCCI 7.5

Mezzo voto in meno rispetto al compagno di Triade (la "Bbc", che avete capito?) per il pesante errore dal dischetto contro la Germania e per la distrazione (in "collaborazione" con Sirigu) che ci costa la sconfitta contro l'Irlanda. Per il resto, Bonucci si conferma tra i "top player" nel ruolo: forse meno asfissiante di Barzagli in marcatura, ma sempre ben posizionato, elegante in disimpegno, concentrato in ogni circostanza. In più, regista aggiunto di questa Italia: per credere, vedere il lancio per Giaccherini in occasione della rete dell'1-0 contro il Belgio.

CHIELLINI 7.5

Meno acclamato, meno appariscente rispetto ai due compagni di reparto, ma, almeno in queste cinque gare francesi, ugualmente efficace. Lo stile è quello che è, ma la sostanza c'è, eccome se c'è: vola dove osano le aquile sui palloni alti, limita al minimo gli errori in impostazione, suo tradizionale tallone d'Achille, si toglie lo sfizio di segnare un gol pesantissimo contro la Spagna. Europeo da star.

DARMIAN 5.5

Titolare alla prima contro il Belgio, un brutto pallone perso costa all'Italia l'unico vero pericolo della partita e a lui il posto nell'undici iniziale, che non ritroverà più per tutta la durata del torneo. Aveva chiuso in calando la stagione al Manchester United, conferma il periodo di appannamento anche in Francia: sbaglia il rigore decisivo contro la Germania, ma sul suo giudizio influisce ancor di più la sensazione di insicurezza e timidezza che trasmette in campo. Unico guizzo, l'assist per Pellè contro la Spagna.

DE SCIGLIO 6.5

Una gradita sorpresa. Il ragazzo dalla faccia pulita sembrava essersi perso nei meandri di una crisi che, negli ultimi due anni, lo aveva attanagliato anche fuori dal campo. Bravo Conte a dargli fiducia: Mattia ha rimesso in mostra quelle qualità che avevano stupito tutti ai suoi esordi in rossonero, quando suscitò addirittura l'interesse del Real Madrid. Attento in fase difensiva, propositivo in avanti: un giocatore ritrovato.

OGBONNA 4.5

L'unica chance, per il difensore del West Ham, arriva nell'ininfluente partita contro l'Irlanda: chance sprecata con una prestazione che è un misto di fragilità, deconcentrazione e mancanza di cattiveria. Chiellini è un'altra cosa.

FLORENZI 5.5

Il dinamismo non è in discussione: che sia in mezzo al campo o sulla fascia, Florenzi è un trottolino instancabile, in moto perpetuo. Alla quantità, in questo Europeo, il romanista ha però raramente abbinato la qualità che ha spesso sfoderato con la maglia giallorossa. Diversi errori di misura nei passaggi, alcune pericolose palle perse: dopo una di queste, contro la Germania, rimedia con un salvataggio da acrobata, ma non basta per strappare la sufficienza.

CENTROCAMPISTI

DE ROSSI 7

Da escluso a colonna. Con Montolivo, Verratti e Marchisio abili e arruolabili non avrebbe probabilmente fatto parte della spedizione. Gli infortuni dei suoi compagni gli regalano il biglietto per la Francia e lui risponde rivelandosi una pedina fondamentale davanti alla difesa: senso della posizione, grinta e la qualità necessaria per rilanciare l'azione. Un difensore aggiunto, ma dall'autonomia ridotta: quando esce se ne sente terribilmente la mancanza.

GIACCHERINI 6.5

Pupillo di mister Conte, che non rinuncerebbe a lui per nulla al mondo: partenza col botto e gol al Belgio, un passo indietro con la Svezia, prima di rifiatare nel match contro l'Irlanda. Nasce come trequartista, ma contro Spagna e Germania, più che per dribbling e tocchi di fino, si fa notare per il sacrificio e per i chilometri percorsi, riciclandosi praticamente in mediano. Jolly prezioso per questa nazionale.

PAROLO 6.5

Dove lo metti, sta, senza infamia e senza lode, senza rubare l'occhio di chi guarda, Parte come mezzala, senza disdegnare gli inserimenti che hanno fatto di lui uno dei centrocampisti più prolifici della serie A (contro la Svezia fa tremare la traversa), contro la Germania si ritrova davanti alla difesa in sostituzione dell'infortunato De Rossi e dello squalificato Thiago Motta: non tradisce la fiducia di Conte.

STURARO 6

Un altro giocatore che, come De Rossi, beneficia delle "disgrazie" altrui. Pochi minuti contro la Svezia, titolare nell'orrenda gara contro l'Irlanda nella quale la sua prestazione è in linea con quella del resto della squadra. I piedi non sono di quelli delicati, ma contro la Germania, ritrovatosi titolare, si fa apprezzare per aggressività, dinamismo, voglia di affrontare a muso duro i colossi del centrocampo teutonico. Ha margini di miglioramento, può diventare un mastino importante anche per Ventura.

CANDREVA 6.5

Sfortunato lui, sfortunata l'Italia, che perde dopo solo due partite uno degli uomini di maggior qualità e, dettaglio non trascurabile, uno dei suoi specialisti dal dischetto. Ottimo all'esordio contro il Belgio, nel quale sforna l'assist per Pellè, più sottotono, come l'Italia tutta, contro la Svezia. Poi l'infortunio, l'ennesimo per gli azzurri, lo ferma.

THIAGO MOTTA 4

Su questo stesso spazio lo avevamo difeso dalle feroci critiche che avevano messo nel mirino lui, la sua convocazione e la decisione di assegnargli il numero 10. Il centrocampista del Psg, però, dà ragione ai suoi detrattori con prestazioni francamente imbarazzanti: la tecnica non si discute, ma il dinamismo inesistente e la sua corsa "stile bradipo" sono impresentabili. Una sorpresa in negativo.

BERNARDESCHI 5

Una sola occasione per stregare Conte contro l'Irlanda: relegato sulla fascia però, il talentino viola sembra sprecato, la sua qualità oscurata dal lavoro che deve sobbarcarsi in fase difensiva. Ne esce una prestazione negativa, ma la sensazione è che non si tratti solamente di suoi demeriti. Si farà.

ATTACCANTI

EDER 6

Gioca in attacco, ma Conte gli chiede grande sacrificio e corse interminabili per rincorrere gli avversari anche ai confini della nostra area. L'oriundo obbedisce e lascia sul campo ogni energia: ne risente la lucidità, ma riesce comunque a piazzare il graffio decisivo contro la Svezia e a mettere lo zampino nel gol di Chiellini alla Spagna. Non è un campione, ma a casa, di campioni, non ne sono rimasti.

PELLE' 6.5

Massacrato, distrutto dalle critiche dopo il rigore sbagliato contro la Germania, preceduto da quel beffardo gesto nei confronti di Neuer. Critiche eccessive verso un centravanti che si è rivelato fondamentale per il gioco di Conte, verso un attaccante che ha dimostrato di reggere l'impatto fisico contro i migliori difensori del continente, segnando anche due gol e sfiorandone altrettanti, non fosse stato per i miracoli di Courtois e De Gea. Maldestro l'errore dal dischetto, forse evitabile il gesto che ha fatto da preludio, ma l'Europeo di Graziano, per noi, è positivo.

ZAZA 5

Positivo lo spezzone con la Svezia, condito dalla sponda che propizia il gol di Edèr, anonima, ad essere buoni, la prestazione contro l'Irlanda. Pesante l'errore dal dischetto contro la Germania, ma ha l'attenuante di averlo calciato a freddo, entrando in campo pochi secondi prima. Errore che costa caro, certo, ma individuare nella sua rincorsa la causa dell'errore che senso ha? Sul giudizio negativo pesa la gara contro gli irlandesi, prima ancora del mancino sbilenco dagli undici metri.

IMMOBILE 5

Vedi Zaza. Pimpante nello scampolo di gara che Conte gli concede contro il Belgio, nel quale va anche vicino al gol, poi stecca senza attenuanti la chance da titolare contro l'Irlanda. Non rivedrà più il campo.

INSIGNE 6.5

Pochi ma buoni, i minuti giocati dallo scugnizzo idolo di Napoli. Debutta nel secondo tempo contro l'Irlanda e timbra il palo al termine di un'irresistibile serpentina, contro la Spagna entra e dà il là all'azione del gol di Pellè che chiude i conti, contro la Germania, contro difensori che lo doppiano in chili ed altezza, riesce comunque ad offrire spunti interessanti. In più, rimane freddo dal dischetto. Meritava di più? Forse sì.

EL SHAARAWY s.v.

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