mercoledì 8 giugno 2016
Gianluca Lapadula, una scelta che vale una carriera
Il suo nome è sulla bocca di tutti. Sta trascinando il Pescara in serie A a suon di gol (si tocchino i tifosi abruzzesi), ha sfondato quota 30, è l'oggetto del desiderio di tantissime squadre della massima serie, sia in Italia che all'estero. Qualcuno ne invocava addirittura la convocazione per l'Europeo francese. Un salto, quello dalla serie B alla maglia azzurra, che sarebbe stato notevole per Gianluca Lapadula. Conte ha fatto altre scelte, ma lui, l'attaccante nato a Torino il 7 febbraio del 1990, è l'uomo del momento. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono, ma quale sarebbe la scelta migliore per la sua carriera? L'estero? Il passo immediato in una big, rischiando di trovare poco spazio? Un'altra stagione a Pescara, con l'opportunità di consacrarsi da titolare in serie A? Abbiamo provato a capirlo andando a spulciare le carriere dei capocannonieri della serie B degli ultimi 10 anni.
2005-2006 - Christian Bucchi - Modena - 29 gol
Esempio poco calzante quello di Bucchi, che nel 2006, a 29 anni, è tutto fuorchè un talento in rampa di lancio. Per lui arriverà comunque la chance in serie A, nel gennaio 2008: 10 presenze, nessun gol e il ritorno in serie B.
2006-2007 - Alessandro Del Piero - Juventus - 20 gol
Annata anomala, quella post Calciopoli: il capocannoniere è un Campione del Mondo, uno che il grande salto lo ha già fatto, uno che non ha bisogno di presentazioni, Alex Del Piero, sceso in B con la sua Signora.
2007-2008 - Denis Godeas - Mantova - 28 reti
Score considerevole, quello di Godeas, anche lui non più giovanissimo (classe '75). Per lui la chance in serie A (Palermo e Chievo) è già alle spalle, e non ne arriveranno altre.
2008-2009 - Francesco Tavano - Livorno - 24 reti
Anche nel caso di Ciccio, classe '79, ci troviamo di fronte ad un giocatore che aveva alle spalle le annate migliori: arriveranno altre occasioni nella massima serie, sia con i labronici sia con l'Empoli, ma il rendimento non sarà più quello di questa splendida annata.
2009-2010 - Eder - Empoli - 27 reti
Il caso di Eder è pefettamente paragonabile a quello di Lapadula, in quanto l'italo brasiliano, nel 2010, aveva su per giù l'età e l'esperienza del pescarese. Eder che ha faticato alle sue prime esperienze in A, con Brescia e Cesena, è ridisceso in B col Cesena per tornare in massima serie ed esplodere con la Sampdoria, conquistando anche la maglia azzurra.
2010-2011 - Federico Piovaccari - Cittadella - 23 reti
Esplosione tardiva, quella del centravanti scuola Inter. Troppo tardi per avere una chance nel calcio che conta. Conoscerà la massima serie in Romania (Steaua Bucarest) e in Spagna (Eibar) senza mai fare sfracelli.
2011-2012 - Ciro Immobile - Pescara -28 reti
Altro esempio perfettamente calzante, quello tra Lapadula e il bomber di Torre Annunziata: Immobile trovò enormi difficoltà nel suo primo anno in serie A (con la maglia del Genoa), salvo poi esplodere nell'annata successiva (22 reti e titolo di capocannoniere con il Torino). Due mezzi fallimenti le esperienze al Borussia Dortmund e al Siviglia, poi una rinascita in coincidenza col ritorno sotto la Mole, a testimonianza che la sua dimensione è quella di buon giocatore, non di un campione da top team.
2012-2013 - Daniele Cacia - Verona - 24 reti
Bomber di categoria, Cacia ha sempre fatto bene in cadetteria, per poi puntualmente fallire ogni opportunità concessagli in massima serie: nella stagione successiva, sempre con l'Hellas neopromosso, lo score dei gol segnati farà registrare un malinconico zero. La sua carriera evidenzia in modo lampante l'enorme divario tecnico e fisico tra serie A e serie B.
2013-2014 - Matteo Mancosu - Trapani - 26 reti
Altro attaccante esploso tardivamente, il sardo conosce la massima serie all'età di 31 anni: un fallimento, due sole reti in un anno tra Bologna e Carpi, senza mai raggiungere i livelli toccati in B.
2014-2015 - Andrea Cocco - Vicenza - 19 reti/ Andrea Catellani - Spezia - 19 reti/ Pablo Granoche - Modena - 19 reti
Tre capocannonieri, tre storie diverse: Cocco sembrava destinato a ben altro cammino, quando nel 2005 esordì in A con il Cagliari. La sua carriera, però, ha detto che la serie B è la sua giusta dimensione. Per Catellani una sola chance in A: 21 presenze nel Catania 2011-2012, un solo gol messo a segno. Per "El Diablo" vale il discorso fatto per Cacia: centravanti affidabile in B, mai convincente in A, dove ha vestito le maglie di Chievo e Novara.
Quali sono, quindi, le conclusioni? Innanzitutto, le storie dei giocatori che abbiamo citato ci dicono che il divario tra la massima serie e la cadetteria è e rimane enorme: non sempre, anzi raramente, un "top player" della B riesce a ripetersi anche in A. Le eccezioni ci sono, ma le esperienze di Eder e Immobile dimostrano che un passaggio intermedio, un anno di "assestamento", è necessario. Difficilissimo riproporsi immediatamente ad alti livelli dopo il salto di categoria. Lapadula deve quindi ponderare attentamente la sua scelta, una scelta che potrebbe aver un peso specifico decisivo nella sua carriera: in primis, sarà importantissimo trovare una squadra che gli permetta di giocare titolare, in modo da accorciare il periodo di "adattamento". Non deve stare a sentire chi già lo chiama "campione", chi lo ritiene pronto per una big senza la controprova del campo. Dicono i saggi che il difficile non è arrivare in alto, ma rimanerci: e nel calcio è senz'altro così. Ci vuole un attimo a trasformarsi da eroe a dimenticato: non basta una stagione stratosferica in serie B per guadagnarsi l'immortalità.
Certo, se si prende in considerazione il portafogli, il discorso cambia radicalmente. Ma a noi non importa. Noi siamo romantici.
[A.D.] http://liberopallone.blogspot.it/ - Riproduzione Riservata
www.europacalcio.it
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento