Un venerdì 17 che porta bene all'Italia di Conte: gli azzurri, tutt'altro che brillanti, battono la Svezia con il minimo sforzo e strappano con una giornata d'anticipo il pass per gli ottavi di finale di Euro 2016. Un successo, quello firmato da Eder. che regala sì il passaggio del turno, ma riporta tutti sulla terra dopo l'esagerata esaltazione post-Belgio.
Già, perchè l'Italia scesa in campo a Tolosa mette in mostra un netto passo indietro rispetto alla sfida d'esordio contro la squadra di Wilmots. Male, malissimo il primo tempo: nessuna traccia dell'aggressività vista nella gara di Lione, idee appannate in fase di ripartenza, preoccupante imprecisione nei passaggi, supremazia territoriale svedese. Poco meglio il secondo, se si considera che il primo pericolo vero, per la porta difesa da Isaksson, arriva al minuto numero 82, quando Parolo di testa fa tremare la traversa (è pur sempre venerdì 17, un po' di sfortuna è da mettere in preventivo). Un passo indietro dal punto di vista del gioco, della brillantezza, della produzione offensiva, praticamente inesistente fino all'occasione del centrocampista laziale e al guizzo risolutivo di Eder, che dopo una partita da mediano si trasforma finalmente in attaccante di razza e piazza la zampata decisiva. Un gol di pregevole fattura, direbbe il buon vecchio Pizzul.
Là dietro, però, c'è una costante. La Bbc domina, giganteggia, rende quasi superflua la presenza di Buffon, che riceve (e para) l'unico tiro nello specchio a gioco fermo. Ibra fa paura, Barzagli di più, Bonucci è il vero regista della squadra, pur con qualche lancio sbilenco, Chiellini è ruvido ed essenziale, ma d'altronde nessuno gli chiede eleganza e tocchi di fino. Così, pur facendosi preferire per lunghi tratti, la Svezia sbatte ripetutamente contro il muro: la sensazione è quella che si sarebbe potuto giocare per ore, ma difficilmente gli scandinavi avrebbero potuto farci male. Quegli scandinavi che ci accusano di essere simulatori, ma provano nel recupero ad acciuffare il pari proprio con un tuffo di Granqvist. "Le grandi vittorie si costruiscono partendo dalla difesa", recita un vecchio adagio pallonaro: se è vero, l'Italia di Conte parte da un'ottima base. C'è poi un altro luogo comune che ci insegnano i vecchi saggi: "Vincere giocando male è sempre buon segno". Anche in questo caso, ammessa la validità di questa "regola", il nostro Ct può dormire sonni tranquilli.
Servirà chiaramente di più dagli ottavi in avanti, contro avversari più attrezzati, ma per ora la muraglia bianconera basta e avanza. Per il momento c'è un'Italia che dopo 16 anni sfata il tabù della seconda partita in un grande torneo, un'Italia che avanza con una giornata d'anticipo, un'Italia che non solo non prende gol, ma nemmeno tiri verso lo specchio.
Un'Italia brutta, dice qualcuno. Ma qualcun altro potrebbe definirla cinica e spietata.
Punti di vista.
LE PAGELLE DE "IL MIO CALCIO LIBERO"
Buffon sv
Barzagli 7
Bonucci 6.5
Chiellini 6.5
Candreva 6
Parolo 5.5
De Rossi 6
Giaccherini 5.5
Florenzi 6
Pellè 5
Eder 7
Zaza 6
Thiago Motta 5.5
Sturaro sv
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