venerdì 14 ottobre 2016

Ode a Football Manager

Seduto al computer, in camera mia. Il monitor, la tastiera, tanti, troppi pezzi da scrivere, il tempo che stringe, tutto il mondo fuori. Un mondo pazzo: nevica ad ottobre, non succedeva da anni, dal cielo scende ghiaccio, il freddo punge all'improvviso. Tempo da lupi. Di fianco a me la mia libreria: libri e manuali che mi hanno cresciuto e mi hanno condotto fin qui. E i videogiochi, i miei vidoegiochi, compagni fedeli di un'adolescenza non molto lontana. E Football Manager. Lo cito da solo, perchè Football Manager non è un semplice videogioco.

sabato 8 ottobre 2016

Ventura, Pellè e il tribunale del web

Premessa: Graziano Pellè ha sbagliato. Ha sbagliato ad ignorare la mano di Ventura dopo la sostituzione, ha commesso una grave mancanza di rispetto verso il suo allenatore, verso i suoi compagni, verso i tifosi. Su questo non ci piove. Ha sbagliato ed è giusto che paghi le conseguenze del suo comportamento: l'esclusione dai convocati per la gara contro la Macedonia è a mio parere una "pena" giusta, condivisibile e comprensibile da parte di un allenatore e di uno staff che devono far rispettare delle basilari regole di rispetto. Però...però c'è un però.

venerdì 7 ottobre 2016

Il peccato e la vergogna


Ieri sera, 6 ottobre 2016, l'Italia ospitava la Spagna per la seconda gara di qualificazione ai Mondiali che si disputeranno in Russia nel 2018. Lo faceva accogliendo le Furie Rosse in uno dei pochi gioielli dell'impiantistica sportiva italiana, lo Juventus Stadium, dando agli spagnoli l'occasione di prendersi la rivincita dopo gli ottavi di finale dell'Europeo francese vinti dagli azzurri appena cento giorni fa. Si sfidavano due squadre ai primi passi di una nuova era, guidate da Ct nuovi come Ventura e Lopetegui, in campo scendevano fior di campioni: da Iniesta a Buffon, da Piquè a Barzagli, passando per Bonucci e Silva. Insomma, c'erano i presupposti per una splendida serata di sport. Poteva essere un bello spot per il calcio. E invece non lo è stato.

martedì 4 ottobre 2016

Quando Ronaldo mi diede il benvenuto

 La storia d'amore tra me e il pallone ha una data d'inizio ben precisa. E' una di quelle storie cominciate con un colpo di fulmine, di quelli che nel giro di pochi istanti ti stravolgono completamente la vita. Quella data, quello spartiacque, è il 29 giugno del 2000: Italia-Olanda, semifinale dell'Europeo, per gli azzurri vittoria ai rigori dopo 120 minuti di sofferenza pura. Quel giorno mi innamorai del pallone e di tutto ciò che lo riguardava anche solamente di striscio. Per sentirmi davvero parte di quel meraviglioso mondo, però, dovetti aspettare ancora più di un anno. Un anno in cui mi limitai a fare da spettatore, uno spettatore tra i più interessati, certo, ma senza sentirmi mai direttamente coinvolto in qualcosa che mi affascinava terribilmente e che da un momento all'altro aveva preso a monopolizzare i miei pensieri. Ma dopo un po' di paziente attesa arrivò anche quel momento. Era il 23 settembre del 2001 e anch'io, finalmente, presi parte a quel mistico rito domenicale che era la Serie A, anch'io diventai parte attiva nel magico mondo del pallone. E il benvenuto me lo diede il più grande, Luiz Nazario de Lima detto Ronaldo. O almeno, a me piace pensare che sia così.